lunedì 28 dicembre 2009

2009 12 19 - savona economica - Liguria e Piemonte stringono un patto sulla Ceriale-Predosa


Liguria e Piemonte stringono un patto a Cairo Montenotte per affermare l’impegno a realizzare la bretella autostradale tra la A6 Torino – Savona e la A26 Voltri - Alessandria attraverso la bassa Valle Bormida e la Valle dell’Erro. Sottolineando, da parte ligure, l’opportunità che questo tratto possa avere un seguito, tra la Valle Bormida e la costa savonese, in un punto da stabilire ma che sarà compreso tra Borghetto Santo Spirito e Ceriale.

E’ già qualcosa, tenuto conto che l’assessore regionale ai Trasporti del Piemonte, l’alessandrino Daniele Borioli, era apparso fin qui un forte sostenitore del collegamento autostradale tra Acqui Terme e Predosa, senza ulteriori prolungamenti verso la Valle Bormida.

Liguria e Piemonte potranno avvalersi, nelle successive fasi istruttorie, delle “leggi fotocopia” approvate dai rispettivi Consigli e che hanno lo scopo di dotare le due Regioni di uno strumento che le metta nelle condizioni di agire come soggetto promotore di infrastrutture di interesse locale o interregionale. Corollario a questa iniziativa è la scelta di utilizzare la finanza di progetto, che prevede l’intervento di capitali privati nella realizzazione delle opere così individuate.

Quella che si sta proponendo è, chilometro più chilometro meno, una riedizione della Carcare – Predosa già fatta studiare anni addietro da Sina, la società di progettazione del gruppo Gavio.

Nel 2006, la Provincia di Savona, per vari motivi, tra cui l’esigenza di dare una risposta a chi, dal Ponente savonese, chiedeva l’apertura di un collegamento autostradale alternativo all’itinerario Albenga – Savona – Ceva, aveva ritenuto superata la Carcare – Predosa, lanciando invece l’ipotesi di tracciato Albenga (Ceriale) – Calizzano (con by pass verso Garessio) – Millesimo – Acqui – Predosa.

Ultimamente la Camera di Commercio di Savona, che assieme alla Autostrada Alberga-Garessio-Ceva ha in programma per il 18 gennaio un convegno da dedicare ad un’approfondita valutazione delle varie ipotesi in campo, ha promosso gli studi tecnici ed economici indispensabili per poter ragionare sulle proposte di tracciato. Gli studi saranno presentati in occasione del convegno, ma già esaminando oggi una cartina stradale è possibile dire alcune cose.

La prima è che l’ipotesi “Millesimo” ha il pregio di fondere i due progetti originari (Albenga – Garessio – Ceva e Carcare – Predosa) e di servire più comprensori (l’alta Valle Tanaro, l’alta Val Bormida). Tuttavia paga questa ricerca di accontentare tutti con un tracciato molto poco autostradale, nel senso che costringe chi imbocca l’autostrada sulla costa a percorrere una curva molto ampia che allunga il percorso di circa 20 chilometri rispetto ad un tracciato diretto costa – bassa Val Bormida che, oltretutto, ha l’ulteriore vantaggio di costare meno per via della minore lunghezza.

Con questo si spiega il ripensamento in corso e l’intenzione di Liguria e Piemonte di riproporre la Carcare – Predosa. Naturalmente questa soluzione esclude qualsiasi ambizione autostradale per Garessio e il suo comprensorio. Non sarebbe tuttavia il caso di recriminare più del dovuto, in quanto i collegamenti tra Garessio e Ceva sono sufficientemente rapidi (e meglio andrà con i lavori già programmati da Regione e Provincia di Cuneo) mentre quelli tra Garessio e Imperia (o Albenga) attraverso la statale 28 (direttrice Nava) sono interessati da importanti opere di miglioramento.

Per cui sembrerebbe logico puntare su un itinerario autostradale che, oltre a costare meno, può attrarre più traffico perché più corto e quindi risultare più redditivo per gli investitori privati, che occorrerà comunque coinvolgere nell’iniziativa.
Nonostante questo, però, ci sono aspetti critici che vanno affrontati con molta attenzione. Intanto, si sta parlando di Predosa – Carcare, con “opportunità” di prolungamento sino alla costa di ponente. E all’interno della Predosa – Carcare esiste un’ulteriore distinzione tra fase uno e fase due.

La fase uno è costituita dalla bretella Predosa – Acqui, già in avanzato stato di elaborazione e che dovrebbe essere realizzata dall’Anas con finanziamento pubblico. Si tratta di circa 15 chilometri ai quali se ne dovranno aggiungere altri 40 per raggiungere l’area di Carcare o di Millesimo. Su questo tratto, che metterebbe in diretta relazione la A6 con la A26, dovrebbero intervenire i privati che verrebbero poi remunerati con l’incasso dei pedaggi e una lunga concessione.

I volumi di traffico dovrebbero essere sufficientemente elevati perché molti veicoli che oggi intasano il nodo Genova – Voltri e il tratto Voltri – Savona (e viceversa) avrebbero convenienza a imboccare la nuova autostrada a Predosa e raggiungere Savona attraverso la Valle Bormida (e viceversa). Questo perché la nuova autostrada “deve” costituire una valida alternativa ad un itinerario costiero che va verso la saturazione.

La conseguenza di tutto questo, però, rischia di essere paradossale: una nuova autostrada realizzata per risolvere i problemi del territorio savonese finirebbe per alleggerire il nodo di Genova e intasare i 20 chilometri tra la Valle Bormida e Savona dove al traffico della Torino – Savona andrebbe ad aggiungersi quello della nuova autostrada. Mettendo in difficoltà il traffico portuale che oggi scorre in modo fluido verso l’hinterland piemontese.

Questo appare l’interrogativo al quale i savonesi devono dare una risposta chiara. Perché questa è la situazione che si dovrà affrontare nel caso la prosecuzione della Predosa – Carcare verso la costa non dovesse diventare un impegno vincolante ma rimanesse una semplice possibilità. E questo rappresenta una decisione che compete alla sola comunità ligure perché il Piemonte, come è noto, si ferma alle porte di Piana Crixia.          
savonaeconomica.it

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