lunedì 28 dicembre 2009

2009 12 28 - le proposte del CCA sul traffico a Villapiana

Il Comitato Casello Albamare ha sempre sostenuto che nell'area Albisola-Savona esistono due "tappi": il tappo Albisola, ed il tappo torretta.

Per quanto concerne il tappo torretta ha fatto delle proposte concrete: invertire il senso di marcia di via Paleocapa, ed entrare in Savona attaverso via Berlingeri a senso unico fino a piazza Diaz ed a piazza Mameli, con qualche aggiustamento sui sensi unici interni.

Ma, poichè quello di piazza Leon Pancaldo, la torretta, è l'unico punto di ingresso in Savona da levante, ha sempre sostenuto che bisogna diversificare gli ingressi da est: quindi va bene l'aurelia bis funivie-corso Ricci ma assolutamente non bisogna trascurare il tracciato della vecchia ferrovia funivie-via Falletti-Letimbro.

Recentemente siamo intervenuti sulla proposta di un edificio di parcheggi in via Falletti, ponendo nuovamente l'attenzione sul fatto che i parcheggi "devono" essere costruiti solo dopo che si è realizzato il tracciato stradale che i parcheggi così come progettati , avrebbero reso praticamente irrealizzabile.

Siamo intervenuti in commissione traffico il 26 novembre 2009 spiegando perchè il tracciato in oggetto è altamente strategico sia per diversificare ed alleggerire l'ingresso in Savona da levante, quanto per offrire nuove opportunità di collegamenti rapidi al quartiere di Villapiana.

Che cosa propone il comitato casello Albamare per Villapiana?

Per prima cosa, poichè l'Aurelia bis passa accanto a via Schiantapetto, realizzare una piccola bretella di collegamento a senso unico tra via Schiantapetto e l'A2 in discesa verso corso Ricci, velocizzando quindi l'uscita dalla Rusca e permettendo una diminuzione del traffico passante in Villapiana attraverso via Torino.


In seconda istanza, un progetto integrato di miglioramento del traffico in Villapiana da potersi realizzare in tre fasi.

Fase 1: demolizione del ponte di via S.Lorenzo con abbassamento di via S.Lorenzo circa al livello di via Falletti; ristrutturazione del parcheggio di via Piave in un parcheggio multipiano con circa 1000 posti auto, con spostamento di tutti gli impianti sportivi sopra il parcheggio; realizzazione di una strada via Falletti a doppio senso di marcia che parta dalla rotatoria all'incrocio con via S.Lorenzo, prosegua fino ad una rotatoria posta oltre via Torino, colleghi il nuovo parcheggio di via Piave e prosegua a doppio senso di marcia fino a via don Bosco lato Letimbro, per sfociare nella zona parcheggi provincia.

Fase 2: collegamento della rotatoria oltre via Torino con un ponte sul Letimbro con corso Ricci e quindi con via Vittime di Brescia.

Fase 3: collegamento della rotatoria oltre via Torino con un tunnel artificiale appena a raso sotto via Falletti che prosegua appena sotto la galleria ex ferroviaria fino alle funivie.

La fase 1 potrebbe essere realizzatata, totalmente o quasi, con gli oneri a carico di chi realizzerà il parcheggio multipiano. La fasi 1 e 2 non precludono il collegamento della fase 3, il più costoso delle varie fasi, da effettuarsi per ultimo quando ci saranno le risorse finanziarie: la fase tre prevede il collegamento tra la rotatoria tra via Torino ed il Letimbro con le funivie: questo collegamento è stato pensato in questo modo, per essere una veloce via di collegamento del quartiere con le funivie, ma comunque da non gravare il quartiere di quel traffico che da levante vuol raggiungere i parcheggi ed il centro città, traffico che attraversa via Falletti in sotterranea.

E' da rimarcare che in questo modo si raddoppiano le vie di entrata e di uscita a Villapiana: oltre a via Cavour e via Torino-Piave si attiva l'asse provincia-Falletti-S.Lorenzo, si realizza un doppio senso di marcia con una corsia a scendere in via S.Lorenzo da via Vanini e via Falletti, e si aprono quindi alcuni anelli di ricircolo nel quartiere oggi preclusi.

2009 12 28 - la stampa - usiamo la galleria fs per ridurre il traffico - proposta del comitato di Villapiana

2009 12 27 - la stampa - rinviate a gennaio le telecamere fisse sulla Torino-Savona

2009 12 21 - la stampa - il buon augurio del confuoco - piano viabilità e tracciato ex fs

2009 12 19 - savona economica - Liguria e Piemonte stringono un patto sulla Ceriale-Predosa


Liguria e Piemonte stringono un patto a Cairo Montenotte per affermare l’impegno a realizzare la bretella autostradale tra la A6 Torino – Savona e la A26 Voltri - Alessandria attraverso la bassa Valle Bormida e la Valle dell’Erro. Sottolineando, da parte ligure, l’opportunità che questo tratto possa avere un seguito, tra la Valle Bormida e la costa savonese, in un punto da stabilire ma che sarà compreso tra Borghetto Santo Spirito e Ceriale.

E’ già qualcosa, tenuto conto che l’assessore regionale ai Trasporti del Piemonte, l’alessandrino Daniele Borioli, era apparso fin qui un forte sostenitore del collegamento autostradale tra Acqui Terme e Predosa, senza ulteriori prolungamenti verso la Valle Bormida.

Liguria e Piemonte potranno avvalersi, nelle successive fasi istruttorie, delle “leggi fotocopia” approvate dai rispettivi Consigli e che hanno lo scopo di dotare le due Regioni di uno strumento che le metta nelle condizioni di agire come soggetto promotore di infrastrutture di interesse locale o interregionale. Corollario a questa iniziativa è la scelta di utilizzare la finanza di progetto, che prevede l’intervento di capitali privati nella realizzazione delle opere così individuate.

Quella che si sta proponendo è, chilometro più chilometro meno, una riedizione della Carcare – Predosa già fatta studiare anni addietro da Sina, la società di progettazione del gruppo Gavio.

Nel 2006, la Provincia di Savona, per vari motivi, tra cui l’esigenza di dare una risposta a chi, dal Ponente savonese, chiedeva l’apertura di un collegamento autostradale alternativo all’itinerario Albenga – Savona – Ceva, aveva ritenuto superata la Carcare – Predosa, lanciando invece l’ipotesi di tracciato Albenga (Ceriale) – Calizzano (con by pass verso Garessio) – Millesimo – Acqui – Predosa.

Ultimamente la Camera di Commercio di Savona, che assieme alla Autostrada Alberga-Garessio-Ceva ha in programma per il 18 gennaio un convegno da dedicare ad un’approfondita valutazione delle varie ipotesi in campo, ha promosso gli studi tecnici ed economici indispensabili per poter ragionare sulle proposte di tracciato. Gli studi saranno presentati in occasione del convegno, ma già esaminando oggi una cartina stradale è possibile dire alcune cose.

La prima è che l’ipotesi “Millesimo” ha il pregio di fondere i due progetti originari (Albenga – Garessio – Ceva e Carcare – Predosa) e di servire più comprensori (l’alta Valle Tanaro, l’alta Val Bormida). Tuttavia paga questa ricerca di accontentare tutti con un tracciato molto poco autostradale, nel senso che costringe chi imbocca l’autostrada sulla costa a percorrere una curva molto ampia che allunga il percorso di circa 20 chilometri rispetto ad un tracciato diretto costa – bassa Val Bormida che, oltretutto, ha l’ulteriore vantaggio di costare meno per via della minore lunghezza.

Con questo si spiega il ripensamento in corso e l’intenzione di Liguria e Piemonte di riproporre la Carcare – Predosa. Naturalmente questa soluzione esclude qualsiasi ambizione autostradale per Garessio e il suo comprensorio. Non sarebbe tuttavia il caso di recriminare più del dovuto, in quanto i collegamenti tra Garessio e Ceva sono sufficientemente rapidi (e meglio andrà con i lavori già programmati da Regione e Provincia di Cuneo) mentre quelli tra Garessio e Imperia (o Albenga) attraverso la statale 28 (direttrice Nava) sono interessati da importanti opere di miglioramento.

Per cui sembrerebbe logico puntare su un itinerario autostradale che, oltre a costare meno, può attrarre più traffico perché più corto e quindi risultare più redditivo per gli investitori privati, che occorrerà comunque coinvolgere nell’iniziativa.
Nonostante questo, però, ci sono aspetti critici che vanno affrontati con molta attenzione. Intanto, si sta parlando di Predosa – Carcare, con “opportunità” di prolungamento sino alla costa di ponente. E all’interno della Predosa – Carcare esiste un’ulteriore distinzione tra fase uno e fase due.

La fase uno è costituita dalla bretella Predosa – Acqui, già in avanzato stato di elaborazione e che dovrebbe essere realizzata dall’Anas con finanziamento pubblico. Si tratta di circa 15 chilometri ai quali se ne dovranno aggiungere altri 40 per raggiungere l’area di Carcare o di Millesimo. Su questo tratto, che metterebbe in diretta relazione la A6 con la A26, dovrebbero intervenire i privati che verrebbero poi remunerati con l’incasso dei pedaggi e una lunga concessione.

I volumi di traffico dovrebbero essere sufficientemente elevati perché molti veicoli che oggi intasano il nodo Genova – Voltri e il tratto Voltri – Savona (e viceversa) avrebbero convenienza a imboccare la nuova autostrada a Predosa e raggiungere Savona attraverso la Valle Bormida (e viceversa). Questo perché la nuova autostrada “deve” costituire una valida alternativa ad un itinerario costiero che va verso la saturazione.

La conseguenza di tutto questo, però, rischia di essere paradossale: una nuova autostrada realizzata per risolvere i problemi del territorio savonese finirebbe per alleggerire il nodo di Genova e intasare i 20 chilometri tra la Valle Bormida e Savona dove al traffico della Torino – Savona andrebbe ad aggiungersi quello della nuova autostrada. Mettendo in difficoltà il traffico portuale che oggi scorre in modo fluido verso l’hinterland piemontese.

Questo appare l’interrogativo al quale i savonesi devono dare una risposta chiara. Perché questa è la situazione che si dovrà affrontare nel caso la prosecuzione della Predosa – Carcare verso la costa non dovesse diventare un impegno vincolante ma rimanesse una semplice possibilità. E questo rappresenta una decisione che compete alla sola comunità ligure perché il Piemonte, come è noto, si ferma alle porte di Piana Crixia.          
savonaeconomica.it

2009 12 17 - il secolo - porto di Savona - il nuovo ponte pronto tra un anno

2009 12 16 - savonanews - Albisola - il sindaco chiede una nuova corsia aperta al casello

mercoledì 16 dicembre 2009

Auguri di Buon Natale e Felice 2010! dal Comitato Casello Albamare Albisola Savona


Il Comitato Casello Albamare ed il suo Presidente
vi augurano
di trascorrere Buone Festività
e di avere un Felice Nuovo Anno!

Il Presidente
Paolo Forzano

martedì 15 dicembre 2009

Forzano Paolo: il venerdì nero del traffico di Savona - Commento.


Uno tsunami: è un evento quasi unico, irripetibile, difficile da prevedere, ed ancor più da evitare. Andiamo tutti ad abitare in montagna? Un alluvione, più probabile dalle nostre parti: anche lui un evento raro, seppur più frequente. Si conosce molto ormai sulla frequenza e sulla intensità. Ed anche quì: come ci possiamo mettere al sicuro? Esiste in base alla frequenza ed alla intensità delle alluvioni un rischio associato per aree geografiche e per quantità di danni provocati. Ad un certo livello di rischio, corrisponde una probabilità che l'evento ci colpisca.

Sta a noi valutare le contromisure e decidere se è conveniente o meno metterle in pratica. Costruire in zone esondabili, "sotto" pendii franabili o peggio "sopra" pendii franabili sono pratiche sconsigliate, ma purtroppo largamente praticate specie dall'abusivismo, ma che spesso sono state anche permesse con regolare licenza edilizia. Per quanto riguarda invece fenomeni come il venerdì nero del traffico lo si potrebbe classificare come uno tsunami, ed allora ci curiamo le ferite ed andiamo avanti, oppure lo potremmo classificare come un alluvione, ed allora passare all'analisi. E' un evento talmente raro da potercene dimenticare, o è solo la punta dell'iceberg di una situazione viabilistica che è sempre vicina all'emergenza?

Anni di abitudine fanno a volte ritenere "normale" ciò che normale non è. Anni di abitudine all'indifferenza nel considerare i problemi del traffico ed ad affrontarli con la voglia di migliorare sensibilmente, ci tolgono la voglia di chiedere l'impegno dei nostri amministratori. Ma come possiamo dimenticare le code quotidiane Albisola-Torretta che nelle ore in cui la gente si muove raggiungono spesso l'ora e la superano? Come possiamo dimenticare che la "Torretta" è un tappo considerevole anche per chi proviene da corso Tardy&Benech, e che passato poi "il tappo", verso Albissola si procede molto meglio?

Io credo che prima di affrontare traguardi ambiziosi ed impegnativi quali la pedonalizzazione di via Paleocapa, sia necessario effettuare alcune operazioni: prima di tutto "sbrogliare", "districare" quei percorsi complessi che non hanno ragione di esistere. Esempi attorno a piazza Saffi ce ne sono. I risultati sono evidenti. Ma vediamo anche i percorsi da piazza Saffi alla "Torretta". Una complicazione eccellente. E ricadiamo sempre poi nel tappo della "Torretta". Secondariamente, bisogna avere alternative stradali e di parcheggi attorno all'isola pedonale, perchè quest'isola vive comunque perchè tanta gente ci và.

Credo che un miglioramento del nodo "Torretta" lo si possa fare, ed è quanto proposi 3 anni fa al sindaco. Come? Intanto da subito regolare la rotatoria con dare precedenza secondo i criteri classici delle rotatorie: un intervento da poco, ma pratico, di effetto sulla scorrevolezza. E successivamente cambiare senso di marcia a via Paleocapa ed a via Berlingeri. I veicoli che non riescono ad entrare in via Paleocapa occludono piazza Leon Pancaldo. Un senso unico di via Berlingeri fino a piazza Mameli darebbe l'opportunità al traffico proveniente da levante di entrare subito in città verso il centro e centro nord.

Ma Savona ha bisogno di ulteriori accessi da levante. Oggi ne ha solo uno. Troppo poco e troppo rischioso. Sarebbe bene, oltre alla costruenda Aurelia bis, mettere in programma un ulteriore ingresso attraverso la direttrice Falletti-Torino-vittime di Brescia, per diversificare gli ingressi su varie aree del territorio e nel caso diretti ai principali parcheggi della città: Piave, provincia, ex-fs, Gabbiano. Ormai siamo troppo spesso in emergenza, e per uscirne bisogna fare bene ed in fretta!

2009 12 15 - il secolo - Aloi sulla pedonalizzione di via Paleocapa - centro pedonale come Chambery

2009 12 15 - il secolo - Aloi sulla pedonalizzione di via Paleocapa - garantire accesso a residenti disabili merci

2009 11 15 - il secolo - tutor sulla Torino Savona da gennaio 2010

martedì 8 dicembre 2009

2009 12 08 - un appello a Burlando - il casello Albamare è o non è la soluzione per Savona ed Albissola?


Un sollecito a Burlando affinchè non si perda un altro anno per via della campagna elettorale.
Questa campagna per le regionali è già iniziata, occorre subito porre le fondamenta affinchè il prossimo consiglio regionale possa proseguire celermente a realizzare il casello Albamare.
Esistono ampi consensi, ed allora via agli indugi.
Contattiamo Autostrade subito!
A Genova per la gronda Autostrade e la Spea (società di progettazione di Autostrade) si è spesa abbondamente con studi particolareggiati di ben "cinque gronde".
vedere su:
http://urbancenter.comune.genova.it/spip.php?rubrique7068
Quì per il casello è tutto enormemente più semplice!
Serve solo un passo!
Un passo!

2009 12 05 - la stampa - trecento km di strade tornano di competenza ANAS

2009 12 05 - la stampa - Albissola Marina - sull Aurelia entro 3 anni - due rotatorie con sottopasso

2009 12 05 - il secolo - via Paleocapa - il centro pedonale - perchè no

2009 11 30 - Consulta Culturale Savonese - Rinaldo Massucco - nel PUC totale assenza di un piano del traffico e della viabilità


 Caro sindaco,
cari consiglieri
ci sono “cambiali” scadute da 10 anni

Decennio di ritardo nel recupero fronte mare del Priamàr e risalgono al 1999-2002 gli impegni inattuati su aree pubbliche. Rischio maxi-lottizzazione a La Romana di S. Bernardo/Santuario.
Nuovi palazzi da 12 metri sul lungomare?
A Levante urge nuova viabilità

    di Rinaldo Massucco
presidente della Consulta Culturale Savonese

Con riferimento agli articoli pubblicati il 29 novembre sui quotidiani Il Secolo XIX e La Stampa riguardo al progetto preliminare di Piano Urbanistico Comunale (PUC) di Savona e alle contro-deduzioni della Regione Liguria, la Consulta Culturale Savonese ritiene opportuno evidenziare che prima che il PUC sia approvato definitivamente il Consiglio Comunale di Savona dovrà discutere le osservazioni che nello scorso mese di luglio (a termini di legge) sono state presentate dalla Consulta Savonese e dalle quattro associazioni che la costituiscono (Italia Nostra, A Campanassa, Istituto Internazionale di Studi Liguri e Società Savonese di Storia Patria)
...............
-2) la seconda osservazione ha il duplice scopo di evitare l'intombamento e l’interramento dell'insenatura di Miramare, dopo il trasferimento delle Funivie nella darsena alti fondali, e di valorizzare adeguatamente il fronte-mare e la verde valletta che vi si affaccia, dominata dall’ex-albergo Miramare e dal quattrocentesco complesso monumentale della chiesa e del convento di S.Giacomo: l’area di Miramare deve essere destinata al recupero paesaggistico con usi compatibili, quali diporto, giardini e passeggio. In particolare a Miramare andrà esteso l'attuale porticciolo turistico, altro che intombare questa incantevole insenatura!
-3) la terza osservazione è relativa al Lungomare di ponente, tra la via Aurelia e il mare: la Consulta Culturale è assolutamente contraria all'ipotesi di  costruire palazzi residenziali di grande dimensione ed è comunque assolutamente contraria ad una destinazione residenziale: è un grave errore fondamentale quello di costruire palazzoni sul litorale, nella zona compresa tra la strada litoranea ed il mare. In qualsiasi parte d’Italia, oggi, aree analoghe sono destinate ad attività connesse con la fruizione e la valorizzazione del territorio. La Consulta Culturale chiede quindi che l’altezza degli edifici sia ridotta a 6 metri e che tali nuove costruzioni non siano residenziali (si potrebbero localizzare in tale fascia strutture di valenza turistica o di intrattenimento; il Comune vorrebbe invece lasciar costruire palazzoni residenziali alti fino a 12 metri, mentre la Regione ne vorrebbe limitare l'altezza a 9 metri);
 - 4) la quarta osservazione è relativa alla viabilità di Levante: tra le numerose lacune e pecche del PUC spicca infatti la totale assenza di un piano del traffico e della viabilità. In particolare non vi è alcuna ipotesi circa la viabilità da Levante (i collegamenti viari urbani dal Levante verso la Città, che non saranno affatto risolti dalla futura Aurelia bis).
I collegamenti da Ponente (sebbene anch’essi ancora lacunosi) offrono varie alternative, oltre all'Aurelia, mentre i collegamenti da Levante ne offrono molte meno, sostanzialmente solo una.
La Consulta Culturale chiede che a Levante sia creato un collegamento urbano diretto con la Città e con le strade a Nord della Città (verso Santuario e il Piemonte), in modo da evitare l’afflusso sui nodi della Torretta e delle piazze Mameli-Diaz-Saffi e il conseguente intasamento del Centro cittadino.
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2009 11 17 - il secolo - gronda - tra 15 giorni la firma

2009 11 11 - economy - MSC decolla sull'aeroporto di Genova

2009 11 11 - economy - l Italia possiede il più importante patrimonio culturale - mancano però infrastrutture servizi regia - si potrebbero avere risu

2009 12 08 - un anno dopo - 2009 04 06 - sala rossa - metropolitana ligure

2009 12 08 - Metropolitana Ligure una chimera - Metropolitana Lombarda Piemontese Veneta Emiliana-Romagnola = CI STANNO LAVORANDO


Lo scorso 6 aprile 2009 in sala rossa chiedemmo una metropolitana ligure: via treni vecchi ed obseleti, dentro nuovi treni metropolitani per costituire un sistema ferroviario moderno ed efficace a servizio del territorio.
Risultato: compreremo un po' di locomatori da Bombardier e recupereremo vecchie carrozze da altri comparti ferroviari.
Non è questo che avevamo in mente!

2009 12 02 - la stampa - SAVONA - tre convogli ko in meno di un ora - ed altre lettere

2009 11 23 - la stampa - BRESSO - il nuovo orario taglia troppi treni - Moretti farebbe meglio a spendere i soldi del grattacielo per comprare i treni

2009 11 18 - economy - a Formigoni piace fare il ferroviere - 375 milioni - joint venture regione-stato

2009 11 17 - la stampa - oggi il taglio del nastro alla nuova Mongrifone

2009 11 09 - Sole24Ore - AnsaldoBreda alleata a Stadler

2009 11 07 - il Secolo - AnsaldoBreda-Stadler appalto da 200 milioni

2009 11 06 - ADN Kronos - Finmeccanica - ad Ansaldo Breda e Stadler ordine da 200 MLN

2009 11 02 - corriere del veneto - la regione si fa i treni in proprio

giovedì 3 dicembre 2009

2009 12 03 - IVG - Paolo Forzano ( Comitato Albamare )- -Savona ha bisogno di un PUM-

2009 12 03 - richiesta di un PUM - lettera al sindaco Berruti ed altri 12 sindaci del comprensorio savonese

Al sindaco di Savona Berruti,
Ai sindaci di Albissola Marina, Albisola Superiore, Stella, Celle Ligure, Varazze, Pontinvrea, Sassello, Altare, Carcare, Mallare, Spotorno


Savona, come tutte le città, non riesce più a sostenere i volumi di traffico. È necessario un trasporto pubblico più efficiente, più rispondente alle esigenze di spostamento dei cittadini, ma è anche un problema di salute, di economicità, di tempo, di qualità del vivere urbano.

Un problema che non può trovare la sua soluzione definitiva con rimedi temporanei, come il blocco del traffico nei weekend e la circolazione a targhe alterne, ad interventi "SPOT" senza un piano organico complessivo.

Serve prima di tutto un PUM = Piano Urbano della Mobilità, un piano generale con finalità e politiche di orientamento, che deve comprendere sia l'esistente che anche l'inserimento di nuove infrastrutture
e che deve definire l'organizzazione di una nuova mobilità urbana, più vivibile e più sicura

""è lo strumento di pianificazione" introdotto dalla Legge n° 340 del 21/11/2000 in tema di mobilità e trasporti che si prefigge, in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo (10 anni), di:

- formulare scenari di previsione;

- definire misure orientate a migliorare l’efficacia del sistema infrastrutturale e a regolare la domanda di mobilità, attraverso la pianificazione territoriale e urbanistica;

- sviluppare un “Progetto di sistema” basato su strategie e obiettivi
.

Riporto:
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Legge 24 novembre 2000, n. 340
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 275 del 24 novembre 2000
Art. 22: PUM: Piani urbani di mobilità

1. Al fine di soddisfare i fabbisogni di mobilità della popolazione, assicurare l’abbattimento dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico, la riduzione dei consumi energetici, l’aumento dei livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale, la minimizzazione dell’uso individuale dell’automobile privata e la moderazione del traffico, l’incremento della capacità di trasporto, l’aumento della percentuale di cittadini trasportati dai sistemi collettivi anche con soluzioni di car pooling e car sharing e la riduzione dei fenomeni di congestione nelle aree urbane, sono istituiti appositi piani urbani di mobilità (PUM) intesi come progetti del sistema della mobilità comprendenti l’insieme organico degli interventi sulle infrastrutture di trasporto pubblico e stradali, sui parcheggi di interscambio, sulle tecnologie, sul parco veicoli, sul governo della domanda di trasporto attraverso la struttura dei mobility manager, i sistemi di controllo e regolazione del traffico, l’informazione all’utenza, la logistica e le tecnologie destinate alla riorganizzazione della distribuzione delle merci nelle città.

Le autorizzazioni legislative di spesa, da individuare con il regolamento di cui al comma 4, recanti limiti di impegno decorrenti dall’anno 2002, concernenti fondi finalizzati, da leggi settoriali in vigore, alla costruzione e sviluppo di singole modalità di trasporto e mobilità, a decorrere dall’anno finanziario medesimo sono iscritte in apposito fondo dello stato di previsione del Ministero dei trasporti e della navigazione.

2. Sono abilitati a presentare richiesta di cofinanziamento allo Stato in misura non superiore al 60 per cento dei costi complessivi di investimento, per l’attuazione degli interventi previsti dal PUM, i singoli comuni o aggregazioni di comuni limitrofi con popolazione superiore a 100.000 abitanti, le province aggreganti i comuni limitrofi con popolazione complessiva superiore a 100.000 abitanti, d’intesa con i comuni interessati, e le regioni, nel caso delle aree metropolitane di tipo policentrico e diffuso, d’intesa con i comuni interessati.
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Come si vede la legislazione nazionale dà chiare indicazioni su come procedere, e quali sono le priorità. Molte città italiane hanno già redatto il loro PUM. Savona ancora no. Si procede per proposte apparentemente non correlate tra loro. Questo non è un modo razionale di procedere. . E' per questo che bisogna dire no a tutti quei tentativi di introdurre nuovi interventi "spot" che degraderanno ulteriormente la vivibilità della città di Savona, già segnata da anni di scarsa lungimiranza.

NO al parcheggio di via Falletti, PRIMA di aver usufruito della strategica via di comunicazione Funivie-Falletti-Torino-Ricci.
Realizzazione peraltro in contrasto col PUC che prescrive la necessità di mantenere piena accessibilità alla galleria ex-ferroviaria, nella disponibilità del comune
.

Ed allora un invito al Sindaco di Savona Dr. Berruti di invitare i Sindaci dei 12 comuni limitrofi, che già hanno in lui un referente per quanto riguarda il sostegno al casello Albamare, a realizzare un PUM per il beneficio sia della città di Savona che del suo comprensorio.

Cordiali saluti

mercoledì 2 dicembre 2009

2009 12 02 - SavonaNews - Albisola - Forzano dopo l OK del consiglio comunale

2009 12 02 - il ponente - Albisola - il Consiglio Comunale approva la mozione di Gambaretto su Albamare

2009 12 01 - SavonaNews - Albisola - voto unanime in consiglio per il casello Albamare



Diego Gambaretto un giovane che scalpitava tra il pubblico alla prima presentazione del casello Albamare al cinema teatro Natale Leone di Albisola Capo: 22 giugno 2007. Dal 22 giugno 2007 con entusiasmo e fermezza ci ha sempre sostenuto. Un esempio di coerenza e impegno. Grazie Diego!

2009 11 25 - Salzano Edoardo - L’urbanistica per la formazione del cittadino


elazione al convegno “A che serve la storia? I saperi umanistici alla prova della modernità”, Università Roma La Sapienza, 24-25 novembre 2009. In calce il link al programma

Urbanistica e mercato
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Il pensiero comune è abbastanza incerto su che cosa sia l’urbanistica. Le opinioni sono oscillanti. Prevalgono due interpretazioni. L’urbanistica è quel mestiere (scienza? arte?) che si preoccupa di rendere belle le città: roba da architetti. L’urbanistica è quel mestiere composto da regole, procedure, adempimenti: roba da burocrati. Nel sapere dell’urbanistica (nei saperi dell’urbanistica) c’è l’uno e c’è l’altro, ma anche altre cose, di cui quelle sono un riflesso.

Come al solito la storia aiuta a comprendere (“utilità della storia” è la ragione del nostro convegno). L’urbanistica moderna nasce, nell’ambito della società liberale e dell’economia capitalistica, per affrontare un problema che il mercato – che la spontaneità dei comportamenti individuali – non riusciva ad affrontare, ma anzi aggravava man mano che quella società e quella economia si affermavano e progredivano.

Si può dire che l’urbanistica è il primo rivelatore dell’insufficienza del mercato. Se si fosse lasciato a quest’ultimo il compito di organizzare l’insediamento dell’uomo sul territorio si sarebbero aggravati a dismisura le situazioni di confusione, disordine, malfunzionamento in molti decisivi aspetti della vita delle famiglie e delle aziende che già contrassegnavano la città. Insalubrità, disagio, caos del traffico, rischi per le persone, oscillazioni imprevedibili nei valori della rendita fondiaria.

Non a caso il primo piano regolatore fu preteso – a New York, nel 1811 – sia dai cittadini disturbati dall’improvviso sorgere di fabbriche e dall’affollarsi di carriaggi tra le abitazioni, sia dai mercanti di terreni che vedevano alterarsi i prezzi per l’inopinato insediamento di officine meccaniche o manifatture di attrezzi per il Far West nella aree lottizzate per la residenza. Il comune provvide, con un piano regolatore che determina ancor oggi la forma e il funzionamento di Manhattan.

Il compito dell’urbanistica
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Compito dell’urbanistica è quello di adoperarsi perché la società possa utilizzare il proprio habitat per l’insieme delle sue esigenze che hanno un rapporto con lo spazio e con il suo uso.

Abitare, lavorare, alimentarsi, muoversi, spostare, incontrarsi, apprendere, scambiare, divertirsi, curarsi, gestire i propri rifiuti sono alcune delle attività che hanno bisogno di una organizzazione dello spazio. Hanno bisogno che le cose (gli oggetti, le funzioni) necessarie per soddisfare quelle esigenze siano correttamente collocate sul territorio, abbiano tra loro le relazioni (fisiche e funzionali) necessarie per non danneggiarsi reciprocamente e per non renderne difficile l’uso. Anzi, per renderne l’uso e la percezione (la funzionalità e la bellezza) i migliori possibile.

Se questo è il compito del’urbanistica, se questa è la domanda sociale che storicamente la rende necessaria, è facile comprendere che essa è un sapere (un insieme di saperi) eminentemente pratico, che ha un rapporto di particolare attenzione e legame con due realtà: il territorio, e la società. E a me sembra che l’attuale crisi dell’urbanistica sia strettamente correlata alla crisi dell’ambiente e alla crisi della politica. E che l’attuale deriva culturale nel quale versa oggi l’urbanistica ufficiale sia una espressione della più generale deriva dei saperi e dei sapienti nella “società montante”, per usare l’espressione di Alberto Asor Rosa[1].

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