sabato 22 maggio 2010

2010 05 19 - ilsole24orenordovest - Savona - mobilità in 7 mosse

2010 05 21 - CAMCOM Savona - Dal piano della mobilità al piano della logistica

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2010-05-21

Dal piano della mobilità al piano della logistica

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Si è svolta questa mattina, nella sede della Camera di Commercio di Savona, la prima parte del convegno “Il Piano Integrato della Mobilità della Provincia di Savona”, importante iniziativa nata in seguito alla firma di un protocollo d’intesa tra Camera di Commercio e Provincia di Savona per la redazione del Piano Integrato della Mobilità (PIM), nel comune intento di promuovere lo sviluppo socio-economico, valorizzare le risorse urbane e territoriali, potenziare il sistema infrastrutturale e rafforzare i collegamenti con le reti trans europee dei trasporti.

Il PIM costituisce uno strumento di sviluppo e approfondimento del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Savona, interpreta le “Linee guida” per i Piani Urbani della Mobilità formulate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e presenta significativi aspetti di innovazione politica, metodologia e tecnica.

Un convegno di estremo interesse per il territorio con analisi finalizzate a una contestualizzazione più ampia del territorio provinciale in un piano di mobilità comprendente le reti del Nord-Ovest. Prestigiosi i relatori della mattinata che sono stati introdotti da una relazione della autorità locali.

Ha aperto l’incontro Giancarlo Grasso, presidente della Camera di Commercio di Savona, che è partito dall’analisi economica del territorio: secondo le stime degli indicatori economici da qui al 2011 la crescita del savonese sarà dello 0,9 per cento, a fronte di una crescita della Liguria pari all’1,5 per cento e dell’1,8 del Nord-Ovest. “In questo difficile panorama economico – ha detto Grasso – ruolo chiave per lo sviluppo del nostro comprensorio hanno le infrastrutture e, in questo senso, cinque sono i punti chiave da porre all’attenzione: la realizzazione dell’Albenga-Carcare-Predosa, l’Aurelia Bis, il raddoppio ferroviario a Ponente, la piattaforma logistica di Albenga, il rilancio dell’aeroporto di Villanova. Tutte opere che ci possono aprire un corridoio transeuropeo e definirei veri e propri appuntamenti con la storia. Obiettivi che richiedono concertazione e collaborazione tra i vari enti affinché si concretizzino e non rimangano, com’è stato per anni, solo progetti sulla carta”.

Un messaggio, quello della creazione di un “sistema”, subito accolto dal presidente della Provincia, Angelo Vaccarezza, che ha ribadito la necessità di combattere con uno dei limiti più pesanti del territorio: l’incapacità di fare sistema. “Non possiamo disattendere oggi, ancor più parlando di viabilità, una progettualità che scaturisca da un sistema integrato di sviluppo – ha detto Vaccarezza – e per questo chiediamo un’apertura da parte di tutte le realtà al fine di individuare una risoluzione comunitaria”.

Il vice presidente della Provincia, Luigi Bussalai, ha approfondito i contenuti del PIM. “Il Piano Integrato della Mobilità – ha detto Bussalai – costituisce uno strumento di programmazione e pianificazione, ma soprattutto un mezzo attraverso cui intendiamo mettere a sistema tutte le linee d’azione, in riferimento alla nostra realtà territoriale. Il Piano prende il via da una fase conoscitiva raccogliendo una banca dati che presto sarà accessibile a tutti i Comuni. La Provincia, tramite il PIM, intende non solo promuovere i progetti, ma anche reperire i finanziamenti assumendosi un ruolo di coordinamento per lo sviluppo del territorio”.

L’assessore alla Viabilità della Provincia di Savona, Rosalia Guarnieri, ha evidenziato il ruolo della capillare rete viaria provinciale, che deve essere complementare alle grandi strutture autostradali. “Il tratto autostradale – ha detto la Guarnieri – si appoggia a una rete viaria che non soffre solo della particolare conformazione ambientale ligure. La situazione è assai complessa. A seguito della Riforma Bassanini le Province, tramite le Regioni, hanno assunto la gestione di strade ex Statali, ma tale passaggio è avvenuto in modo frettoloso, senza una reale programmazione. Nel 2008 una successiva riclassificazione ha riposto alla tutela dello Stato alcune di queste strade che ritorneranno a competenza Anas. In questo senso, la Provincia, con il PIM, dovrà entrare in campo coordinando la nuova situazione e i rapporti tra i vari enti per giungere alla miglior gestione della rete infrastrutturale”.

Dopo gli interventi istituzionali si è entrati nel vivo delle sessioni previste per la mattinata.

Ha preso il via, per prima, la sessione dedicata a “Il quadro di riferimento generale politiche e progetti per la mobilità e il trasporto”, moderata da Francesco Antonioli, capo servizio de “Il Sole 24 ore Nord Ovest”. Sono intervenuti Rino Canavese, presidente dell’Autorità Portuale di Savona, Federico Berruti, sindaco del Comune savonese, Marco D’Onofrio, direttore della divisione III Direzione Generale Trasporto Pubblico Locale Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Gianfranco Mercatali, direttore Rete Ferroviaria Italiana e Giuseppe Barberis, presidente regionale della Liguria di Cna-Fita.

Ha fatto seguito la seconda sessione dedicata a “La costruzione del PIM della Provincia di Savona”, moderata da Pietro Gelmini, direttore del Centro Studi Traffico di Milano. Oltre a Gelmini, che è intervenuto sulla “Natura e contenuti del PIM”, ha preso la parola Pietro Genco, professore ordinario dell’Università degli Studi di Genova, consulente della Camera di Commercio della Provincia di Savona, seguito da Antonio Schizzi, servizio Pianificazione Territoriale della Provincia di Savona, intervenuto sul tema “Aggiornamento e approfondimenti tematici del PIM” e infine Serena Santiago, ingegnere trasportista, che ha presentato “Le simulazioni di scenari per la mobilità e i trasporti”.

L’importanza della logistica e dei trasporti, assieme al turismo le cui sorti sono comunque strettamente legate allo sviluppo dei collegamenti, è stata sottolineata dal sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Bartolomeo Giachino, intervenuto prima dello svolgimento delle ulteriori due sessioni del convegno. Giachino ha definito trasporti, logistica e turismo “l’autentico petrolio italiano”. “E l’Italia – ha aggiunto – sta pagando un prezzo salatissimo per aver bloccato a lungo lo sviluppo infrastrutturale, così come paga il blocco del nucleare, il dirottamento di merci italiane sui porti del Nord Europa, e così via. Dobbiamo cambiare marcia e siamo intenzionati a creare le condizioni perché da subito si esca da queste sistematiche penalizzazioni. La Consulta Nazionale della Logistica, di cui sono presidente, intende licenziare entro la fine di quest’anno il Piano Nazionale della Logistica, che sarà uno strumento agile, essenziale, con l’indicazione delle priorità. Per definirlo faremo incontri con le varie aree geografiche, con tutti i soggetti da coinvolgere nella discussione. E la prima riunione a livello periferico la faremo con Piemonte e Liguria assieme. Verremo qui, a Savona, a parlare con l’Authority portuale, con Provincia, Comune, Camera di Commercio, per ascoltare esigenze, rpoblemi, suggerimenti. Da questi incontri arriveranno le indicazioni sulle priorità da perseguire, siano esse autostrade, aree attrezzate, ferrovie. Il futuro di questo Paese, e del nostro Nord Ovest, passa attraverso queste scelte”.


2010 05 21 - CAMCOM Savona - Convegno MOBILITA' 2010 - i partecipanti - gli interventi

2010 05 20 - la stampa - A6 i tutor presto in funzione

2010 05 20 - il secolo - passeggi - il nuovo carcere non si farà

2010 05 16 - la stampa - traffico - il nodo è villapiana


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RICORDIAMO A CHI CI SEGUE CHE LA NOSTRA COERENZA HA UN PASSATO!
MENTRE IL MONDO VIAGGIA A GRANDI PASSI, QUI SI RISTAGNA!
RIPORTIAMO DI SEGUITO UN INVITO A GUARDARE CHE COSA FANNO GLI ALTRI
ED UN INVITO A NON DIMENTICARE GLI INTERVENTI RECENTI .....

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2010 05 01 - la civetta - ingegnerizzare l'impossibile

RICORDIAMO L'INTERVENTO:22009 04 17 - la stampa - P villapiana falletti e saffi una priorità secondo Caviglia

RICORDIAMO L'INTERVENTO:2007 05 01 - la stampa - Nanni Ferro - Funivie-Falletti

RICORDIAMO L'INTERVENTO:2007 04 17 - il secolo - berruti bretella scotto

RICORDIAMO L'INTERVENTO:2007 03 23 - 50 milioni per dimenticare l'Aurelia bis - tunnel Falletti e Torretta

RICORDIAMO L'INTERVENTO:2006 04 19 - al Comune di Savona - P via Falletti un grosso errore


Valleggia, 20 aprile 2006

Leggo che l’assessore alla viabilità Caviglia propone nuovi parcheggi. Ben vengano. C’è né bisogno. Uno solo però credo assolutamente importante non farlo: quello di via Falletti. Perché? Perché se guardiamo la situazioni comunicazioni di Savona ad est ed ovest, vediamo che ad ovest esistono ben tre strade (Aurelia, Stalingrado, interquartieri) ed in futuro la prosecuzione dell’Aurelia bis, mentre a levante solo una, l’Aurelia ed in futuro la costruenda Aurelia bis. E’ evidente la sproporzione. Per di più la futura Aurelia bis è più adatta al collegamento con Savona nord che con il centro. Quindi auspico che il comune di Savona pensi a quanto ho già detto, ed in questa occasione ripeto: l’accesso Funivie-Falletti-corso Ricci è assolutamente strategico per Savona centro e per Villapiana. Non mandiamo in fumo questa opportunità. Se oggi non ci sono finanziamenti, ci saranno in futuro. Io ci credo. Se no, dovrei credere che siamo una società senza futuro!

RICORDIAMO L'INTERVENTO: 2006 02 15 - al Comune di Savona - via Falletti un accesso strategico per la citta da levante


Valleggia, 15 febbraio 2006
Via Falletti: un accesso strategico a Savona da levante
Il progetto di Aurelia bis, tratto est Albisola-Savona casello autostradale, realizzato da Bonifica nel 1998 prevedeva 3 varianti di percorso. Per quanto riguarda la Città di Savona, considerando la funzione di Aurelia bis non come tangenziale esterna (e quindi duplicato funzionale dell’autostrada) ma come strada che debba agevolare il traffico nell’entrare ed uscire dalla città, delle tre alternative proposte, solo una soddisfaceva questo requisito: il percorso Funivie-galleria FS-via Falletti-Ipercoop-via Vittime di Brescia.
Questa soluzione è praticamente scontata se si osservano gli ostacoli di percorso (case, etc) che si frappongono ad altri percorsi, per cui le altre due alternative proposte sono ben lungi dal soddisfare i requisiti di agevolare il traffico nell’entrare ed uscire dalla città, con un percorso breve, scorrevole e che porti chiaramente a dei parcheggi, che sono i luoghi dove le auto possono essere lasciate in città.
Attualmente l’accesso a Savona da levante si basa quasi esclusivamente sulla via Aurelia, che alla Torretta ha un ‘tappo’ considerevole, sia per il tracciato che per l’innesto di tre strade.
il percorso Funivie-galleria FS-via Falletti-Ipercoop-via Vittime di Brescia consentirebbe di evitare l’ingresso in città attraverso la Torretta e di accedere quanto più rapidamente possibile ai parcheggi di via Torino, del piazzale Provincia-ex Stazione FS, dell’Ipercoop, e di proseguire per via Vittime di Brescia verso ponente.
Al di là del progetto Aurelia-bis, la criticità del traffico indotta dalla strozzatura della Torretta e dalla funzionalità e strategicità dell’accesso attraverso via Falletti, credo che imponga comunque di considerare questo accesso di rilevante interesse, e di mantenerne la fattibilità, evitando di creare ostacoli ad una sua futura realizzazione.
Già in passato è stata realizzata una palestra (con affresco di un locomotore) sul tracciato fs, ora si parla di realizzare un parcheggio multipiano in via Falletti: se la palestra è un ostacolo sorpassabile, la realizzazione del parcheggio sarebbe quasi insormontabile.
Vorrei mettere in luce che la bretella di accesso Funivie-galleria FS-via Falletti-Ipercoop-via Vittime di Brescia, nel tratto di via Falletti potrebbe scorrere completamente in galleria artificiale appena al di sotto del piano stradale circostante fino all’altezza di via Torino, e quindi non arrecare alcun disturbo al quartiere: l’uscita potrebbe avvenire sia a cielo aperto che eventualmente anche con una prosecuzione completamente chiusa fino al fiume.
Inoltre scavando la nuova galleria qualche metro più bassa della attuale galleria fs, nella parte est di via Falletti potrebbe essere ricavato ancora un parcheggio ad un piano sotterraneo, oltre a quello a raso, inoltre si potrebbe anche utilizzare la galleria nelle attuali condizioni per un accesso a senso unico levante-ponente.
Credo quindi che l’area ex-FS di via Falletti non debba essere assolutamente usata in modo da impedirne un utilizzo futuro, auspicabilmente breve, come accesso alla città, poiché non esistono altre alternative così efficaci.
Paolo Forzano

martedì 11 maggio 2010

2010 05 11 - IVG - perchè savona si spopola - qual'è l'influenza delle vie di comunicazione - lettera a Burlando e consiglieri regionali

2010 05 01 - la stampa - comune - alla polinomia di milano la gara per il piano del traffico di savona

2010 05 11 - ascensore per il quartiere Villetta

2010 05 11 - strade dissestate - interventi assurdi

2010 04 10 - la stampa - OK le telecamere ma le tante buche

2010 04 07 - la stampa - la rampa pericolosa di corso Svizzera

2010 03 28 - la stampa - strade dissestate - centauri a rischio

2010 04 10 - il secolo - Albenga Predosa il ministero affida l incarico all Anas l incarico per la fattibilità

2010 04 30 - il secolo - via alla progettazione della nuova autostrada

2010 04 06 - il secolo - il serpente di automobili da Borghetto sino a Voltri

2010 04 01 - il secolo - Aurelia bis - tutta da rifare la procedura degli espropri

2010 03 28 - la stampa - il comune disegna il futuro della piana di Legino

2010 03 28 - il secolo - A6 in funzione tra un mese i TUTOR contro la velocità

2010 04 25 - la stampa - il regionale frena l intercity

2010 02 26 - il secolo - la Liguria isolata dai binari

2010 01 15 - il fatto quotidiano - Trasporti, 10 propositi per il 2010

da: Il Fatto Quotidiano”, 15 gennaio 2010

Ponti Marco: Suggerimenti di buonsenso, potenzialmente bipartisan. Ma molte orecchie hanno tappi … di cemento.

1. Dire la verità su chi paga, chi riceve, e chi inquina. Il pubblico, e spesso anche i media, ignorano alcune cose ovvie ed essenziali: quanti sussidi vengono erogati con i nostri soldi, e a chi vanno, quanto pagano i viaggiatori e quanto i contribuenti, quanto inquinano i trasporti. Alcuni esempi banali: versiamo alle ferrovie e ai trasporti locali circa 10 miliardi di euro all’anno, e ricaviamo dai trasporti stradali per via fiscale e tramite pedaggi circa 50 miliardi. Nulla di male, se questa fosse una scelta informata e trasparente. Ma certo così oggi non è. I trasporti stradali generano circa il 25 per cento del CO2, ma se si mettessero tasse analoghe a quelle sulla benzina sugli altri inquinatori, si sentirebbero (e si sono sentiti da Confindustria), strilli fino al cielo.

2. Chiamare i pendolari con il loro nome, e aiutarli. I pendolari ferroviari sono meno del 10 per cento del totale, poi vengono quelli che vanno in autobus, e la grande maggioranza deve andare in macchina (pagando tantissimo), e non per scelta, ma perché l’assetto del territorio e del mercato del lavoro non consentono tecnicamente altre soluzioni. Occorre aiutare tutti i pendolari, distribuendo le risorse pubbliche secondo queste proporzioni, e secondo il reale livello di disagio dei diversi modi di trasporto (ritardi dei treni, ma anche ritardi da code infinite…).

3. Smetterla di buttare i soldi pubblici per i ricchi o per immagine (nuove Alta velocità). Fare conti trasparenti e pubblici, non trovare trucchi di “finanza creativa”. L’Alta velocità Milano-Napoli è costata il triplo del dovuto, ma almeno servirà molto traffico, si spera: è la spina dorsale del paese. Nessuno però ha risposto dei costi, generati da appalti fatti tra amici, senza gare. Ma “perseverare diabolicum”: altre linee avranno molto meno traffico (alcune pochissimo), e questo governo continua a non voler fare gare. Escogitare finte partecipazioni di privati ipergarantiti (cioè senza rischi) è solo un modo per mascherare spesa pubblica aggiuntiva, e di far regali ad amici.

4. Smetterla di favorire i concessionari monopolisti (autostrade, aeroporti, ferrovie, TPL). Regolarli con un’Autorità indipendente. Se non c’è un forte difensore degli utenti che possa resistere alle non virtuose pressioni politiche, non c’è speranza né di equità né di efficienza nel settore dei trasporti. Si guardi la vicenda delle tariffe autostradali (galline dalle uova d’oro), o i costi del sistema ferroviario, o la scarsa concorrenza nel trasporto locale, o l’aumento arbitrario, pagato dagli utenti, per gli aeroporti, o la sistematica persecuzione delle compagnie low cost (e i folli sussidi all’Alitalia).

5. Per la crisi, concentrarsi sui progetti infrastrutturali che occupano gente e servono subito. La crisi economica non è affatto finita. La spesa pubblica è essenziale per il rilancio occupazionale, e proprio per questo occorre che sia con effetti rapidi, e con alta intensità di lavoro, non di capitale. Cioè tutto il contrario della logica delle “grandi opere”, mentre occorrono manutenzione e “piccole opere” (che tra l’altro sono anche di utilità molto più certa). Lo ha scritto persino il ministro Renato Brunetta!

6. Aiutare chi spinge ad abbassare le tariffe (Ryanair, Montezemolo, la regione Piemonte), non chi le alza (Alitalia). Inefficienze nel caso di soggetti pubblici, o rendite nel caso di soggetti privati non esposti a pressioni concorrenziali, sono tra i mali che affliggono i trasporti italiani. L’attuale governo sembra muoversi in direzione opposta: il ministro Matteoli ha addirittura dichiarato che “auspica che la regione Piemonte (di centrosinistra) rinunci alle gare per i servizi locali, in favore di Fs”. La regione Lombardia (di centrodestra) ha addirittura fuso le ferrovie Nord, di sua proprietà, con Fs. Il governatore del Lazio (di centrosinistra) aveva auspicato l’allontanamento da Roma di Ryanair.

7. A livello urbano, smetterla di far gare per finta per il TPL.Il vero veleno della recente riforma finto-liberale è che i giudici (i comuni) sono anche di solito i concorrenti, con le loro imprese, e si trovano così in un lieve conflitto di interessi, cui però, coerentementecol quadro nazionale, nessuno fa caso. La nuova legge incoraggia poi non tanto la concorrenza, quanto la privatizzazione. I privati senza concorrenza di solito fanno peggio delle aziende pubbliche.

8. Per l’ambiente, fare i conti su dove costa meno abbattere e distinguere i tre temi: effetto serra, danni alla salute, congestione. Difendere l’ambiente è sacrosanto, ma nei trasporti costa molto caro, per ragioni tecniche. Poi i problemi ambientali sono molto diversi tra loro, e richiedono politiche specifiche. Oggi in nome dell’ambiente si giustificano politiche prive di senso: si pensi ai sussidi alle ferrovie contemporanei agli sconti su tasse e pedaggi dei camionisti… o all’Alta velocità dove non c’è domanda.

9. Fare i conti sui gruppi sociali che guadagnano e che perdono con le diverse politiche. È perfettamente possibile valutare gli impatti sociali di politiche alternative, ma questi conti non si fanno mai. Per esempio, la “fuga dalla rendita” spiega gran parte della dispersione urbana, aspramente condannata dagli urbanisti. Ma si pensi anche alle filiere industriali che potrebbero essere avvantaggiate da sistemi logistici più efficienti e concorrenziali, non certo da opere di impatto mediatico.

10. Per concludere: più tecnologia, più mercato, e meno cemento (come dimostreranno i conti, se mai si faranno…). I conti si limiterebbero a confermare il buon senso, e consentirebbero decisioni più condivise e trasparenti, come si usa in alcuni paesi sviluppati.