giovedì 18 settembre 2008

Architetto Danilo Odetto :OGGETTO “IL MIO APPOGGIO AL CASELLO ALBAMARE”

Torino, 18 settembre 2008
Architetto Danilo Odetto, Esperto in moderazione del traffico Presso lo Studio Urbafor in Torino

All’attenzione del Comitato Casello Albamare e degli amministratori dell’area interessata

Gent.mi Paolo Forzano e sostenitori tutti del Comitato,

con la presente voglio confermare appieno il mio sostegno alla Vostra importante iniziativa
popolare utile, a mio parere, a risolvere in buona parte non solo il drammatico problema
del traffico nelle due Albisole, ma anche a permettere un ulteriore ragionamento sulla
qualità della vita nelle due cittadine: sia a livello dei “residenti” che dell’”attrattività
turistica”.

Come già sottolineai nell’Agosto 2007 (articolo su La Stampa), le soluzioni per rimediare al
congestionamento del traffico non dovranno trascurare l’aspetto della qualità urbana che,
come è evidente, risulta essere piuttosto modesta lungo le aste di scorrimento come viale
Mazzini e la via Aurelia: i marciapiedi stretti e continuamente interrotti da gradini alti,
discontinui anche in termini di materiali, se non addirittura assenti, aggravano ancor di più
il peso del traffico veicolare, per cui i pedoni, o meglio i cittadini (con i villeggianti e turisti),
sono costretti a convivere con un ambiente completamente succube dell’aspetto
viabilistico.

In questa direzione di pensiero, credo che la soluzione del Casello Albamare potrebbe
rapidamente eliminare il carico di traffico tuttora riversato dal casello di Albisola verso
Savona e, quindi, nel giro di pochi anni si verrebbero a creare nuovi scenari di
sensibilizzazione orientati finalmente alla “cura dell’aspetto urbano” finora troppo
dimenticata, a parte le zone di lungomare già ben qualificate.

Purtroppo credo che il fatto di realizzare una Aurelia bis “parzializzata” ed incompleta
apporterà un ulteriore carico di preoccupazioni in termini di occupazione di suoli e di
decisioni (come sta accadendo) sulle connessioni sull’autostrada, le altre provinciali e
l’Aurelia “storica”.

Il Casello di Albamare ha invece il potere di avvicinare l’AutoFiori all’Aurelia senza
interferire sulle zone più densamente abitate, riducendo non solo le distanze in termini di
costi di costruzione (seppure in zona collinare) ma anche in termini di sostenibilità
ambientale, grazie alle ridotte percorrenze che, al contrario, con la variante Aurelia bis si
eleveranno ulteriormente, essendo quest’ultima prevista arretrata sino a Luceto.
Si deve chiedere, quindi, agli amministratori regionali, provinciali e comunali, di
rivedere le problematiche della viabilità albisolese anche sotto l’aspetto del
paesaggio urbano nel suo insieme: secondo un’ottica che solo la soluzione del
Casello Albamare è in grado di permettere, essendo quella la soluzione più
sostenibile ed auspicabile.

Il rischio, secondo me gravissimo, che si corre è che soluzioni azzardate e poco condivise
sugli innesti alla variante Aurelia bis possano produrre due effetti deleteri e irrecuperabili:
· Impoverire il paesaggio della piana, interessato da aree di pregio come il centro
storico di Albisola Sup.re, la villa Gavotti, la recente sistemazione a campo da golf,
le rive del Sansobbia, ecc.
· Togliere finanziamenti utili alla riqualificazione delle aste urbane di Via Mazzini,
Corso Ferrari, Corso Italia e Via della Pace in Albisola Sup.re e di Corso Bigliati e
Viale Faraggiana in Albissola Marina.

Essere cittadini moderni e vivere in ambienti moderni, attraenti e vivibili oggigiorno
significa curare al massimo il proprio ambiente di vita, quello in cui si passeggia, ci si
relaziona, si lavora e ci si ricrea. Il Comitato Casello Albamare, secondo me, mira a questi
valori e credo che solo questa sia la direzione giusta. Lo spero come esperto sensibile a
questi temi e come villeggiante albisolese da almeno cinque anni (e spero per tanti altri).
Distinti saluti
Danilo Odetto

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