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mercoledì 11 novembre 2015
2015 11 09 - IVG - scenari - ecco una possibile Savona del futuro - da Forzano e Rossi un progetto in 5 punti
Savona. “Nonostante la imprevedibile concomitanza di altri eventi importanti la partecipazione è stata al di là delle aspettative. 48 persone in sala: un successo”.
A parlare è Paolo Forzano, presidente del Comitato Casello Albamare e promotore dell’incontro insieme a Oreste Rossi presso la Ubik di Savona, nel quale venerdì sera si è parlato del futuro ella città della Torretta.
“Che cosa serve a Savona per scollarsi da questa lunga fase di recessione e mancanza di opportunità di lavoro per tutti ma specialmente per i giovani che sono costretti a lasciare questa città?” era sostanzialmente la domanda rivolta ai relatori.
Secondo Paolo Forzano la ricetta è nota: “Basta copiare chi ci ha preceduto in questa fase di rinnovamento. Pittsburg, che dalla città dell’acciaio è diventata città del turismo, dell’università, della cultura, del biomedicale. Dortmund e Duisburg, città della Ruhr completamente ‘diverse’ da prima: Duisburg ha trasformato l’acciaieria in centro di cultura ed intrattenimento, 2.200.000 visitatori annui, tanti come Pompei. Altri esempi sono Bilbao, ma anche la stessa Genova”.
Che cosa serve?
“Un ‘progetto’ di rinnovamento radicale e credibile ed un patto per il rilancio della città – ha proseguito Forzano – con queste due premesse si può accedere alle fonti Europee di finanziamento che hanno permesso notevoli interventi”.
Paolo Forzano propone un progetto “ambizioso e fattibile, credibile: un progetto in linea con quanto già attuato da molte altre città europee ed italiane, un progetto in 5 punti”.
I punti 1 e 2 sono basati sulla “riconversione” di aree importanti e mal utilizzate finora: “L’area di piazza del Popolo deve avere un parcheggio di 2000 posti auto, posto al piano interrato, capace di accogliere adeguatamente chi viene a Savona e che troverà al di sopra un centro polivalente di intrattenimento con padiglioni expo, cart elettrici indoor, multisala, bowling, ristoranti e tanto altro; sull’area frontemare di ponente, 2335 metri di costa tra Fornaci e Zinola, si deve realizzare invece una passeggiata ambiziosa ed accogliente confrontabile con quelle delle località limitrofe.
Passeggiata ampia, usufruibile completamente al di sotto per attività balneari e di parcheggio, nonchè con strada dedicata, con molti parcheggi per favorirne la fruibilità: corollario di una ‘nuova città sul mare’.
E’ necessario trasferire quì quei volumi costruibili del piano urbanistico comunale e realizzare costruzioni a torre molto appetibili, con terrazzi spettacolari ad ogni finestra, poco impattanti a terra”.
Poi, secondo Forzano, è necessario mettere mano “seriamente” ad una serie di grandi opportunità, di valori “lasciati in sonno da troppi anni: valorizzare pienamente il Priamar, così come è stato fatto per la città medioevale di Carcassonne, oggi attrattiva spettacolare in ogni stagione. Occorre completare l’offerta con la piena valorizzazione di tre aree interessantissime come l’area S.Giacomo, Palazzo Santa Chiara, Villa Zanelli.
Finora decenni di parole, ma fatti concreti nessuno. La città dei Papi è un valore inestimabile? Che la viabilità savonese sia allucinante è cosa nota a tutti, ad eccezione dei politici, che sembrano vivere in un mondo parallelo: hanno finora trascurato la materia, ed hanno anche trascurato di occuparsi di quell’opera, la paventata Aurelia bis, che darà ben pochi risultati positivi, ma anche, purtroppo, tanti problemi.
Che serve?”.
E poi ancora: “casello Albamare e tunnel sotto il porto per liberare le strade afferenti dalla morsa del traffico; sottopasso torretta; parcheggi a silos mai realizzati; parcheggio TIR al casello di Savona Vado; piccoli bus elettrici”. Infine alcuni altri problemi: “Realizzare nuovo carcere, nuovo palazzo di giustizia, area al mare per Costa Crociere.
Album dei sogni? No: una visione di futuro che può concretizzarsi anche a breve utilizzando opportunamente i fondi europei”.
Ma tutto questo è fattibile, è realistico?
Alla domanda ha risposto Oreste Rossi, parlamentare europeo uscente:
“Se Savona, una città comunque grossa, se avesse anche il mare usufruibile si potrebbe ragionare per portare diverse centinaia di migliaia di persone all’anno non solo a partire per le crociere ma anche a fare turismo, a fermarsi a Savona, e quindi sarebbe importante. Avevo già visto il progetto di Forzano, un progetto stupendo, molto apprezzato, assolutamente realizzabile.
Se si fanno i lavori ben fatti, se si fanno gli accordi con gli enti locali, comune provincia regione magari anche Roma, si possono portare a casa anche fondi cospicui dalla EU, perchè l’Italia versa all’Europa circa 15 miliardi di euro ‘di tassa di iscrizione’, e comunque noi dovremmo portare a casa circa 10 miliardi di euro.
Purtroppo per l’incapacità di fare progettazione a livello europeo, noi ne portiamo a casa, dei 10 che ci spetterebbero, circa la metà, cioè circa cinque. Noi ne potremmo portare a casa circa il doppio: è una cosa gravissima, è inaccettabile che cifre importanti noi le perdiamo”.
“Cosa dovremmo fare per prendere questi soldi? – ha continuato Rossi – Intanto fare progetti credibili. Spesso e volentieri, in periodo di crisi, il privato non vuole mettersi di mezzo, ma un progetto del genere di questo dovrebbe vedere interessati l’associazione dei balneari, Federalberghi, perchè l’Europa vuole che una parte della cifra che si va a chiedere sia pagata da chi vive sul territorio, quindi normalmente si parla del 20%, se si parla di un progetto di 10-12 milioni tu devi mettere dentro almeno 2-2,5 milioni di euro, che devono essere messi dai balneari, da Federalberghi, dagli enti locali.
Quindi bisogna creare un tavolo di lavoro tra tutte le parti, si presenta un progetto, e si cerca di entrare in un qualche filone di grandi opere di risanamento ambientale. Ad esempio Savona ne ha bisogno, legato alla riqualificazione. Si possono prendere ad esempio soldi che l’Europa dà allo Stato, attraverso fondi regionali di sviluppo, ma parliamo sempre di cifre non così importanti”.
“Ma ci sono anche delle linee di finanziamento particolari – ha insistito Rossi – Ad esempio adesso è stato appena presentato un piano Juncker che prevede per i vari paesi Europei 300 miliardi di euro: lì dentro c’è anche un filone che riguarda la riqualificazione urbana.
Bisogna cercare di capire quando si apriranno quei bandi, nel 2016, che riguarderanno la riqualificazione urbana, sopra ci saranno X miliardi di euro: se si è bravi, se si ha un progetto pronto, se ha si ha la squadra degli enti locali pronta, a quel punto si può dire benissimo noi ci siamo!
E’ evidente che bisogna avere degli esperti perchè se sbagli una virgola la burocrazia europea te la boccia!
Attenti e bravi e si riesce anche a portare a casa cifre molto importanti. E’ pur vero che con una passeggiata magnifica, una spiaggia magnifica, la gente che arriva usa i bagni, usa il ristorante, usa l’hotel. La stessa Costa potrebbe essere interessata ad una operazione del genere, perchè ne usufruirebbe: chi mi dice che non sarebbe disponibile a mettere 500.000 mila euro da sola? Però deve essere fatta questo tipo di operazione”.
“Io credo – ha concluso – che il progetto c’è, è un progetto bellissimo, ho già fatto a Paolo i complimenti perchè è assolutamente un progetto credibile, assolutamente utile alla città, ma adesso deve diventare un progetto “della città”, perchè quello deve essere per poter entrare a livello europeo, per diventare un progetto europeo e portare a casa dei soldi.
Il prossimo passo deve essere chiedere agli enti locali un tavolo di lavoro e di confronto, portare quello che voi proponete al tavolo e cominciare a lavorare.
Certo che i tempi non possono essere lunghi se no si rischia di perdere questa occasione forse unica dove c’è una cifra enorme: 300 miliardi di euro”.
2015 11 04 - lifegate e Paolo Forzano- Oslo si prepara al centro pedonale- una lunga preparazione
Lifegate:
02 NOV 2015 di RUDI BRESSA
Da Oslo ad Amburgo: Ecco le città che dicono addio alle auto:
Una rivoluzione verde quella che sta coinvolgendo i centri di molte città europee. Puntando su trasporto pubblico, ciclabile e sullo sharing.
L’ultima in ordine cronologico è Oslo. L’annuncio di qualche giorno fa viene direttamente dalle stanze dell’amministrazione pubblica della capitale norvegese, in carica dallo scorso settembre: entro il 2019 il centro città sarà chiuso alle auto private. Sempre entro quella data in città saranno costruiti ulteriori 60 chilometri di piste ciclabili per favorire la mobilità ciclabile.
Forzano:
QUESTE COSE NON SI IMPROVVISANO!
Conosco bene Oslo, perchè ho avuto frequenti contatti di lavoro da 30 anni a questa parte. Già 30 anni fa c'erano pochissime auto parcheggiate lato strada perchè gli edifici avevano i loro parcheggi sotterranei, e già 30 anni fa c'erano bus e tram con una frequenza incredibile per noi. In centro un mezzo pubblico dopo l'altro.
Quindi strade libere da auto parcheggiate e trasporto pubblico molto efficiente già molti anni fa.
In questi trenta anni hanno costruito due aeroporti, e l'ultimo distante 70 km dal centro, ma collegato con un treno superveloce che da "sotto" l'aeroporto (dico "sotto" perchè afferrata la valigia con una scala mobile si accede direttamente al treno!) si arriva ad Oslo in 17 minuti (orario un treno ogni 20 minuti per 24 ore): quando il treno superveloce arriva ad Oslo si immette nella rete metropolitana e funge da normale treno del metrò, facendo tutte le fermate anche nella piazza centrale di Oslo!
Uno scende a poche centinaia di metri dal suo albergo in circa 20 minuti.
E con quale mezzo privato si va dal centro di Oslo all’aeroporto distante 70 km? Nessuno! Forse con un elicottero, che però non lo si può prendere dove si vuole e non può volare con tutte le condizioni meteo in modo efficace. Quindi il mezzo pubblico ad Oslo sono decine di anni che è efficace, le strade abbastanza libere da auto parcheggiate.
Quindi Oslo prima di prendere le decisioni dell'oggi si è preparata gradatamente con molta cura.
ATTENZIONE ALLA IMPROVVISAZIONE!
SI FANNO SOLO DISASTRI!
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