Sottopasso pedonale Piazza Leon Pancaldo Savona
Bozza 13
febbraio 2014
Rendering 17 marzo
2014
Riferimento alla normativa su
dimensionamento e pendenza di una rampa pedonale
Riferimenti normativi per la realizzazione di rampe
pedonali accessibili:
Decreto Ministeriale - Ministero dei Lavori Pubblici 14
giugno 1989, n. 236.
Alcuni punti:
…………….
Art. 4 - Criteri di progettazione per l’accessibilità
4.1.10 Scale
1) la larghezza delle rampe e dei pianerottoli deve
permettere il passaggio contemporaneo di due persone ed il passaggio
orizzontale di una barella con una inclinazione massima del 15% lungo l’asse
longitudinale;
4.1.11 Rampe
La pendenza di una rampa va definita in rapporto alla
capacità di una persona su sedia a ruote di superarla e di percorrerla senza
affaticamento anche in relazione alla lunghezza della stessa. Si devono
interporre ripiani orizzontali di riposo per rampe particolarmente lunghe.
Valgono in generale per le rampe accorgimenti analoghi a quelli definiti per le
scale.
(Per le specifiche vedi 8.1.10 e 8.1.11).
…………..
Art. 8 - Specifiche funzionali e dimensionali
8.1.11 Rampe
Non viene considerato accessibile il superamento di un
dislivello superiore a 3,20 m ottenuto esclusivamente mediante rampe inclinate
poste in successione.
La larghezza minima di una rampa deve essere:
- di 0,90 m. per consentire il transito di una persona
su sedia a ruote;
- di 1,50 m per consentire l’incrocio di due persone.
Ogni 10 m di lunghezza ed in presenza di interruzioni
mediante porte, la rampa deve prevedere un ripiano orizzontale di dimensioni
minime pari a 1,50 x 1,50 m, ovvero 1,40 x 1,70 m in senso trasversale e 1,70 m
in senso longitudinale al verso di marcia, oltre l’ingombro di apertura di
eventuali porte.
Qualora al lato della rampa sia presente un parapetto
non piano, la rampa deve avere un cordolo di almeno 10 cm di altezza.
La pendenza delle rampe non deve superare l’8%.
Sono ammesse pendenze superiori, nei casi di
adeguamento, rapportate allo sviluppo lineare effettivo della rampa.
In tal caso il rapporto tra la pendenza e la lunghezza
deve essere comunque di valore inferiore rispetto a quelli individuati dalla linea
di interpolazione del seguente grafico.
Secondo la tabella con lunghezza di rampa di 5 metri si
può raggiungere una pendenza di rampa del 10,5 %, mentre con rampe da 6 metri
si possono raggiungere pendenze del 9%.
………………..
Nel caso di sottopassaggi pedonali l’altezza libera non deve essere
inferiore a m. 2,50.
Dimensionamento e pendenza della
rampa pedonale piazza Leon Pancaldo
Uno dei vincoli da considerare è il
livello pedonale del sottopasso di via Gramsci: se consideriamo lo spessore del
tetto del sottopasso di 0,50 metri significa che è necessario, dovendo avere
una altezza utile nel sottopasso di 2,50 metri, raggiungere un livello di -3,00
metri rispetto al livello della strada ovvero il punto di partenza.
Questa quota potrebbe essere modificata
aumentando il livello stradale ad esempio di 0,50 metri, quota facilmente
raggiungibile in quanto l’angolo tra piazza Leon Pancaldo e via Gramsci è più
basso della piazza, e questo leggero innalzamento permetterebbe di dover
scendere di 2,5 metri invece che di 3,0 metri, con un beneficio sulla pendenza
delle rampe.
Consideriamo una pendenza max dell’ 8%,
ed uno sviluppo max. per rampa (in proiezione orizzontale) di 10 metri. E
ricordiamo che rampe più lunghe vanno spezzate con un pianerottolo di riposo
largo quanto la rampa stessa, profondo almeno quanto la larghezza netta della
rampa e comunque non meno profondo di 1,50 metri.
Scendere di 3 metri all’8% significa
avere una rampa netta di 37,5 metri, cui vanno aggiunti 3 pianerottoli di
riposo, che per
una rampa larga 2 metri (larghezza che consente anche l’incrocio di due persone
su sedia a rotelle) sono di 2 metri di lunghezza ciascuno.
Pertanto la lunghezza totale necessaria è di 45,5 metri.
Lunghezza notevole, che impone una partenza da via Paleocapa, via che
è ad un livello di circa un metro in più rispetto all’area
dell’attraversamento, e pertanto impone una rampa ancora più lunga.
Una tale soluzione è impraticabile anche perché “dividerebbe”
fisicamente la parte destra della via da quella di sinistra.
Tale dislivello potrebbe anche essere superato da una scala:
utilizzando scalini da 17 cm di alzata per 30 di profondità, occorrono 18
scalini, ovvero due rampe da 9 scalini ciascuna, con dimensioni 2 metri di
larghezza e 2,40 metri di lunghezza per rampa più un pianerottolo di riposo di
2 * 2 metri intermedio ed un’altro pianerottolo in fondo, per una lunghezza
totale di 8,8 metri.
Ma una soluzione a scalini appare datata e poco appetibile.
Meglio una proposta con rampa, che se anche un po’ più pendente dell’8% sia comunque appetibile anche per mamme con passeggino, per disabili e per persone con bagaglio: in discesa sicuramente, in salita persone un po’ più energiche non dovrebbero avere problemi, ma in ogni caso è bene inserire anche un elevatore con pareti trasparenti in modo da non creare problemi né di claustrofobia né di sicurezza.
Sottopasso Leon Pancaldo – la proposta
Sottopasso Leon Pancaldo – non disturba
uscita via Paleocapa
nell’ipotesi che via Paleocapa dovesse avere un flusso
d’auto in uscita,
il sottopasso non disturberebbe questa ipotesi in
quanto è contenuto in uno spazio limitato al di fuori del marciapiedi e
comunque all’interno dell’area di parcheggio
Paolo Badano, savonese esperto di
problemi di mobilità disabili
Impresario edile ha avuto un
incidente che lo costringe in carrozzina. Ha voluto migliorare la sua
“mobilità” inventando Genny, che poi lo ha trasformato in industriale: oggi ha
un mestiere in più, inventa e produce dispositivi innovativi per la mobilità
dei disabili.
Per questo gira mezzo mondo: ho
chiesto a lui un parere.
Paolo Badano suggerisce un piccolo
elevatore:
Paolo Badano a Verona
sull’elevatore che conduce ai bagni pubblici a pagamento in piazza Bra: una
installazione piccola ma “quanto basta” a trasportare velocemente un disabile
ed il suo accompagnatore.
Ecco la realizzazione:
Vista dall’alto
Principali misure:
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