domenica 26 agosto 2007

2007 08 24 - 200 persone alla conferenza viabilità (Aurelia bis-casello Albamare) alla Santa Cecilia - Albissola Marina


I cittadini Albissolesi hanno potuto vedere coi propri occhi che cosa è e che cosa non è l’Aurelia bis di cui tanto si parla in questi giorni: il problema è scottante,
Non si può proprio più andare avanti così: In estate c’è traffico gonfiato dal turismo balneare, in inverno dalle auto dei genitori che portano i figli a scuola: morale sia d’inverno che d’estate la pressione del traffico sulla vita albissolese non demorde.
C’è poi anche un incremento del traffico indotto da Costa crociere, attualmente di circa un centinaio tra autobus e camions di rifornimenti, nonché 600 auto, destinate ad aumentare il prossimo anno di un 50% con l’apertura del terzo scalo.
Quindi in prospettiva non c’è da stare tranquilli. Anzi! Dopo 40 anni di soldi spesi in inutili progetti tra metropolitane ed Aurelie bis, la pazienza della gente è arrivata allo stremo.
Alla Società Cattolica Santa Cecilia di Albissola Marina è stato presentato prima di tutto uno studio sulle correnti di traffico, che hanno evidenziato come i maggiori flussi sono dovuti ai pendolari Celle-Varazze ed al traffico uscente dal casello di Albisola per Savona, che rappresentano quanto del traffico di attraversamento sarebbe necessario incanalare attraverso un’Aurelia bis ipotetica. Invece, a causa di ripetute bocciature e rimaneggiamenti di segmenti, l’Aurelia bis di cui si tratta ora, non è più un’Aurelia Bis ma solo un segmento non più funzionale: infatti parte solo da Luceto, senza possibilità di prosecuzione verso Celle Ligure.
Lo svincolo intermedio originario, poi, era stato progettato sdoppiato in due parti, uno rivolto ad Albisola, Margonara, ed uno rivolto a Savona, Miramare: la soppressione dello svincolo Margonara da parte del ministero dei beni ambientali, obbliga l’Aurelia bis a proseguire sotto via Scotto e sotto via Mignone, passando pochi metri sotto un gruppo di popolosi condomini, per poter avere uno sbocco.
Quindi, da Luceto l’unica via di uscita resta in corso Ricci, a nord dell’autostrada. Ad Albisola le auto in uscita dall’autostrada dovrebbero quindi arrivare al ponte di Luceto con opere tutte ancora da progettare e costruire: girare il casello autostradale verso il fiume Sansobbia, fare un ponte di attraversamento, ed una bretella fino al ponte Pertini di Luceto. Ma poi per quale motivo, visto che i 700 Camions ed autobus in uscita ad Albisola vogliono andare al Porto di Savona e non al Gabbiano? Stesso discorso per i 5000 pendolari che da Celle-Varazze vanno a Savona, e che sarebbero costretti ad attraversare tutto il centro abitato di Albisola Capo e Superiore per imboccare l’Aurelia bis a Luceto e trovarsi poi nella parte alta di corso Ricci.
Ma perché spendere 265.000 euro in un’opera che risolve forse un 10-20% del problema traffico di Albisola, quando durante la serata è stato anche presentato una proposta molto più economica e decisamente risolutiva, quale il nuovo casello di Albamare? Questo casello posto a metà strada tra Albissola e Savona eliminerebbe da Albissola tutto il traffico in uscita al casello di Albisola per Savona e buona parte del traffico Celle-Varazze Savona, col risultato di dimezzare il traffico ad Albisola, ed eliminare praticamente il transito di mezzi pesanti. Tutto questo forse anche a costo zero per la comunità, poiché ad esempio in 4 anni è stato costruito il casello di Borghetto a spese della società autostrade, che è un successo commerciale, ed ha solo un terzo del traffico che potrebbe avere il casello Albamare.
Oltre 200 persone sono intervenute alla serata, oltre alle autorità locali, rappresentate dal vicesindaco di Albissola Marina, ing. Giuseppe Gradella, e dall’assessore alle infrastrutture del comune di Albisola Superiore, l’ing. Roberto Manzini. Gradella e Manzini hanno posto in luce il lungo percorso, 40 anni, per arrivare all’approvazione del progetto. Dal pubblico, numerosissimi interventi, a favore di una rapida e radicale soluzione quale quella che il casello offrirebbe: consentendo anche, con un traffico un po’ piu’ contenuto, una maggiore vivibilità generale, una maggior sicurezza sia del traffico veicolare che del traffico ciclistico ora particolarmente rischioso. Dagli interventi è emersa anche la grossa preoccupazione degli abitanti di via Scotto, costretti ad evacuare le loro case per un’opera poi molto invasiva sul territorio e poco efficace.
Tutti favorevoli all’idea di ricevere finanziamenti, ma da molti amarezza se questa montagna di soldi venisse spesa in un’opera sostanzialmente inutile.

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